Oggi devo tirarmi su di morale, quindi:
AFORISMI DI TOTO'
- E' sempre meglio un vigliacco vivo che un eroe morto, soprattutto se il vigliacco sono io.
- Ma quale paura? Nel mio vocabolario non esiste questa parola, a meno che non si tratti di un errore di stampa.
- L'unica cura per l'acne giovanile è la vecchiaia.
- A volte è difficile fare la scelta giusta perché o sei roso dai morsi della coscienza o da quelli della fame.
- A proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?
- Era un uomo così antipatico che dopo la sua morte i parenti chiedevano il bis.
- Quando ci sono i tumulti elettorali è meglio andare al manicomio: tra i pazzi è più tranquillo.
- Si dice che l'appetito vien mangiando, ma in realtà viene a star digiuni.
- La donna è mobile, ed io mi sento mobiliere.
- Io prima di mangiare mi sento sempre un po' stupido.
- Signori si nasce. E io, modestamente, lo nacqui.
- Gli avvocati difendono i ladri. Sa com’è... tra colleghi.
- Ognuno ha la faccia che ha, ma qualche volta si esagera.
- Il coraggio ce l'ho. E' la paura che mi frega.
- Come è gentile per essere una parente: sembra un'estranea!
- Lei e' un cretino, s'informi.
- Non mi guardi con quegli occhiacci...Lei con quegli occhi mi spoglia...Spogliatoio!
- Elena di Troia...Troia...Troia:questo nome non mi e' nuovo.
- Chiedo l'annullamento del matrimonio alla Sacra Ruota, anzi per tutte le ruote.
E per finire gli estratti di due film. Cominciamo con
Miseria e Nobiltà, Totò è un povero scrivano che lavora sulla pubblica piazza ed è sempre senza clienti, finalmente ne arriva uno...
CARO GIUSEPPE CUMPARE NIPOTE
TOTÒ - Una lettera?
CAFONE- Una lettera de carta, sa...
TOTÒ - E perché, le lettere si scrivono di porcellana?
CAFONE- Eh, non si può sape'...
TOTÒ - Dunque. Lei è ignorante?
CAFONE -Io? Si.
TOTÒ - Bravo, bravo. Viva l'ignoranza! Tutti così dovrebbero essere...
CAFONE -Eh...
TOTÒ - E se ha dei figliuoli, non li mandi a scuola, per carità!
CAFONE -No, io figli nun tengo...
TOTÒ - Li faccia sguazzare nell'ignoranza...
CAFONE -No, io tengo nu cumpare nipote: proprio per lui devo scrivere la lettera, sai...
TOTÒ - Bravo. A lui? (Prende un pacco di lettere nella scrivania). Quanti anni ha questo compare?
CAFONE -Tiene quarantacinque anni...
TOTÒ - Quarantacinque? (Fruga tra le lettere e ne estrae una). Eccola qua. Questa va benissimo.
CAFONE- E cos'è questa?
TOTÒ - No, vede: noi le lettere le scriviamo prima, di modo che, quando viene la persona...
CAFONE -None! Tu non sai che debbo scrivere qui dentro!
TOTÒ - Va be', non vuol dire: guadagnamo tempo.
CAFONE -E che sai, li fatti miei?
TOTÒ - Ma scusi: lei m'ha detto che suo nipote compare ha quarantacinque anni...
CAFONE -Eh, quarantacinque anni...
TOTÒ - Questa lettera io l'ho scritta tre anni fa per un signore che ne aveva quarantadue.
CAFONE -E 'stu signore che è? Lu cumpare mio?
TOTÒ - Non vuol dire! Ma gli va bene...
CAFONE -No, paisa', non me piace...
TOTÒ - Ma gli andrà bene...
CAFONE -Ma no!
TOTÒ - La vuole da capo?
CAFONE -Proprio da capo.
TOTÒ - Scriviamola da capo. Lo facevo per lei: lei con questa lettera economizzava...La vuole nuova? Facciamola nuova!
CAFONE -Bravo.
TOTÒ - Siamo qui apposta... Dunque. Vuol dettare, per cortesia?
CAFONE -Scriva.
TOTÒ - Si...
CAFONE -Napole...
TOTÒ - Eh... (Mette la penna nel calamaio e spruzza d'inchíostro il cafone). Avanti. Napoli... eccetera eccetera eccetera... Sissignore.
CAFONE -(inizia a dettare) Caro Giuseppe cumpare nipote...
TOTÒ -Beh... caro Giuseppe...
CAFONE -E mio cumpare e mio nipote.
TOTÒ - Va be', vuole che... Beh... Caro...
CAFONE -Caro...
TOTÒ - ... Giuseppe...
CAFONE -... cumpare...
TOTÒ - ... compare nipote... sì... sì... (Lo spruzza ancora d'inchiostro).
CAFONE (-asciugandosi) A Napole... a Napole stocio facendo la vita de lu signore
TOTÒ - A Napoli...
CAFONE -Stocio facendo...
TOTÒ - (s'interrompe riflettendo) Stocio... Stocio... Io stocio, tu stoci... Non esiste questo.
CAFONE -Non te piace stocio?
TOTÒ - Sto! Io sto! Che me fai scrivere?
CAFONE -E più corto, eh...
TOTÒ - Me fai scrivere stocio... (Cancella con una mano,e spruzza di nuovo d'inchiostro il cafone). Ah, santo Iddio, come se fa... come se fa... (Lo spruzza ancora)
CAFONE- (asciugandosi il vestito) Paisa', chistu lu vestito l'hai cumprato io, eh...
TOTÒ - Ah, bravo... bravo... Paga sempre lei: bravo! (Ad alta voce rivolto a Peppiniello) Peppiniello! Quelle pizze diventano due! (Al cafone) Dica, dica...
CAFONE -Alla sera me ne vaco a lu tabbarene...
TOTÒ - Bene. Alla sera me ne vado...
CAFONE -... me ne vaco a lu tabbarene...
TOTÒ - Me ne vado...
CAFONE -... e me ne esco quanti chiode...
TOTÒ - Quanti chiodi? (Gli spruzza l'ínchiostro in un occhio).
CAFONE -Quanti chiode. Ma che, sta chiovenno ignostro, paisa'?
TOTÒ - Quanto chiodo?...
CAFONE -Chiodo, si: chiodono li porte, va...
TOTÒ - Ah. quando chiude!
CAFONE -Finisci! Finisci!
TOTÒ - Eh, dice chiodo... Chiude, chiude!
CAFONE - E per questo...
TOTÒ - E per questo...
CAFONE -... mandame...
TOTÒ ... mandami...
CAFONE -... nu poco de soldi...
TOTÒ - ... per questo mandami un po' di so... (rimane di sasso)
CAFONE -... perché nun tengo nemmeno li soldi per pagare la lettera a lu scrivano che me sta scrivendo la lettera presente...
TOTÒ - (smette di scrivere) E poi?
CAFONE - E poi... Mettece li saluti... Ponto.
TOTÒ - Ma ch'e saluti e saluti!? (Si alza e straccia la lettera).
CAFONE -(si alza anche lui, spaventato) E che?
TOTÒ - Ma che saluti e saluti!? Vai via, mascalzone! Vai via!
CAFONE- ...
TOTÒ - (lo minaccia col calamaio) E ringrazia Dio che non tiro il calamaio perché mi serve
CAFONE- E che... (Allontanandosi).
TOTÒ - (fra sè) Chiodo... ponto... stace... Mi fa perdere del tempo inutilmente
PEPPINIELLO - (Che arriva tutto contento) Papà, le pizze sono pronte: dammi i soldi.
TOTÒ - E che soldi e soldi? E che pizze e pizze? M'è passato l'appetito... Non voglio mangia' più (Torna a sedersi, amareggiato).
Continuo con
Totò, Peppino e la Malafemmina, altro film fenomenale. Per iniziare propongo la trascrizione della famosa lettera che Totò ha dettato a Peppino. A seguire un'altra scena notissima: quella in cui Totò e Peppino chiedono informazioni ad un vigile milanese.
LA LETTERA
Signorina (intestazione autonoma)
veniamo noi con questa mia a dirvi, adirvi una parola, che scusate se sono poche ma 700 mila lire ; a noi ci fanno specie che quest'anno, una parola, c'e' stata una grande moria delle vacche come voi ben sapete . : questa moneta servono a che voi vi consolate dei dispiacere che avreta perche' dovete lasciare nostro nipote che gli zii che siamo noi medesimi di persona vi mandano questo perché il giovanotto e' uno studente che studia che si deve prendere una laura che deve tenere la testa al solito posto cioe' sul collo . ; . ;
salutandovi indistintamente
i fratelli Caponi (che siamo noi)
NOIO VOLEVAM SAVOIR TOTÒ- (a Peppino) Ma tu ci credi? 'Sto paese è così grande che io non mi raccapezzo.
PEPPINO- Ma come si fa?
TOTÒ- Bisognerebbe trovare qualcuno, che so?, per sapere l'indirizzo di questa Marisa Florian...
PEPPINO- (indicando un vigile urbano) Domandiamo a quel militare là.
TOTÒ- A quello? Ma che, sei pazzo? Quello dev'essere un generale austriaco, non lo vedi?
PEPPINO- E va bene... Siamo alleati!
TOTÒ- Siamo alleati?
PEPPINO- Eh.
TOTÒ- Già, è vero: siamo alleati.
PEPPINO- Siamo alleati.
TOTÒ- Andiamo. (Lo prende per mano e vanno insieme dal vigile). (Al vigile) Excuse me! (Pesta un piede a Peppino).
PEPPINO- Ahi!
TOTÒ- (a Peppino) E scansati! (Poi al vigile) Scusi, lei è di qua?
VIGILE- Dica.
TOTÒ- È di qua?
VIGILE - Si, sono di qua. Perchè, m'ha ciapa' per un tedesco?
TOTO - Ah, è tedesco? (A Peppino) Te l'avevo detto io che era tedesco...
PEPPINO- Ah... E allora come si fa?
TOTÒ- Eh, ci parlo io.
PEPPINO (scettico) Perchè, tu parli...
TOTÒ- Eh: ho avuto un amico prigioniero in Germania. Non m'interrompere, se no perdo il filo. (Al vigile) Dunque, excuse me, bitte schòn... Noio (indica sè e Peppino)...
VIGILE- Se ghe?
TOTÒ- (a Peppino) Ha capito!
PEPPINO- (a Totò) Che ha detto?
TOTÒ- (a Peppino) Dopo ti spiego. (Al vigile) Noio... volevam... volevàn savoir... l'indiriss...ja..
VIGILE- Eh, ma bisogna che parliate l'italiano, perchè io non vi capisco.
TOTÒ- Parla italiano? (A Peppino) Parla italiano!
PEPPINO- (al vigile) Complimenti.
TOTÒ- (al vigile) Complimenti! Parla italiano: bravo!
VIGILE- Ma scusate, dove vi credevate di essere? Siamo a Milano qua!
TOTÒ- Appunto, lo so. Dunque: noi vogliamo sapere, per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare. Sa, è una semplice informazione...
VIGILE- Sentite...
TOTÒ e PEPPINO- Signorsì, signore.
VIGILE -... se volete andare al manicomio...
TOTÒ e PEPPINO- Sissignore.
VIGILE -... vi accompagno io.
TOTÒ e PEPPINO- Sissignore.
VIGILE- (li saluta, ma prima di allontanarsi) Ma guarda un pò che roba! Ma da dove venite voi, dalla Val Brembana?
TOTÒ - (a Peppino) Non ha capito una parola...